Vie Festival Modena 2010 - We Are The Undamaged Others


"WE ARE THE UNDAMAGED OTHERS"
Toshiki Okada

13 ottobre 2010 ore 21 - Teatro delle Passioni (Mo)
spettacolo in giapponese sottotitolato in italiano


di Daniele Paganelli

L’anno scorso, sempre a Vie Festival, Okada aveva affrontato il ritmo ossessionante e caotico del tempo moderno, quello che fa affogare dentro ad un ufficio, un ritmo alienante e martellante... lo si sente raccontare da alcune persone, nel corridoio, in attesa di entrare. Anche quest’anno sorprende, andando in un’altra direzione, senza appoggiarsi a ciò che il pubblico aveva già apprezzato. Il segno di un artista. “We are the undamaged others” è in lingua giapponese con sottotitoli in italiano. Alle spalle c’è un gruppo di inglesi, mi chiedo compiaciuto se il festival stia prendendo un taglio internazionale anche nel pubblico... non so se quegli inglesi potranno capire il lavoro, non parlavano italiano, credo qualcuno fosse di un altro gruppo ospite a Vie, forse qualcuno parlava giapponese? La scena è vuota, solo due tavole su cui vengono video-proiettati i sottotitoli (doppi), in mezzo, nel centro della scena, una enorme tavola bianca immersa nel nero generale, alta 4 metri. Lo spettacolo inizia. La prima battuta in giapponese. Pausa. Altra battuta. Pausa. Le parole hanno lo spazio bianco tra di loro, lì c’è gioco della fantasia personale, lì, in quel bianco delle righe, c’è la libertà, lo notarono già Umberto Eco e Derrida. Il corpo degli attori è di chi si sente fuori posto, come ognuno di noi si sente fuori posto nel mondo. In alto, nella tavola bianca, c’è un orologio che segna l’ora esatta (quella reale). Il ritmo in un primo momento risulta lento, è necessario un po’ di tempo per abituarsi alla proposta. La scena vive delle pause. Pause tra le battute, tra le parole, tra i gesti. È una metafora continua. Il tempo è tagliato col coltello. La drammaturgia è profonda, un’analisi della realtà giapponese e dell’universale ipocrisia in cui vivono spesso i rapporti di coppia; aristotelico, si va dal particolare all’universale. Si tratta di felicità. Finta o vera che sia. Faticoso ascoltare l’intero lavoro, è una prova, ma notevole, davvero notevole il risultato. Tra la noia e la fantasia il confine è spesso sottile, soprattutto per uno spettacolo che davvero sta cercando qualcosa. Attori e regia, di grande spessore. Sembrano manga realizzati in scena.
Cosa significa disegnare una metafora in scena? Ne abbiamo una prova. Non è la metafora di Brie, non è quella dei Belarus, è una metafora dal controscena giapponese. È descritto con le parole, il marito che accarezza la moglie, i due coniugi non si toccano, sono appoggiati alla tavola verticale bianca, lui appoggia la mano alla tavola, poi stanno in silenzio. In quella pausa la nostra fantasia vive quelle carezze. Ecco la metafora scenica, una sorta di metafora zen. Siamo in un mezzo pubblico, la ragazza sente che un altro passeggero ascolta la radio, non riconosce la canzone, il passeggero mette una borsina di plastica sulla mano e la scuote, eccoti il rumore della radio che la ragazza non riesce a riconoscere. Metafore continue. Non serve tecnologia quando si può usare la fantasia umana. Ogni tanto interviene in scena il fool. Forse il tutto poteva essere più breve? Raffinato. Si guarda l’orologio appeso in scena... funziona... è lo stesso orario dell’orologio al mio polso. In scena sono passati almeno due giorni, nella realtà sono quasi due ore. Un grande lavoro sul tempo e sullo spazio è quello di Okada. Può di certo non piacere, è difficile, ma non si può non ammettere la profonda analisi che lo accompagna. Per niente scontato.

VOTO: 7/8 Assolutamente da vedere, ma prepàrati a soffrire.



0 commenti:

Posta un commento

 

Blogger news

Blogroll

About

Associazione Culturale - Teatro, Musica, Arti visive, Poesia

Compagnia Teatrale Ludovico Van

- 2013 Jekyll&Hyde - Performance sonora
- 2013 Pasoliniana
- 2012 Oz - Il musical
- 2011 Caligola Suicide
- 2009-2011 direzione Laboratorio Venturi. Menzione Premio Turroni con Iliade Jukebox(2009) e Borderline Cechov(2010)
- 2009 Jekyll e Hyde Secondo Ludovico Van - Festival di Santarcangelo - Immensa;
- 2008 debutto JekyllHyde Secondo Ludovico Van;
- 2007 Selezione Premio Scenario 2007: UDEIS l'innominabile caso di Jekyll e Hyde;
- 2006 musical Jesus Christ Superstar di Webber, collab. con V.d.a teatro, Chewing art, Tir Danza;
- 2005 Premio Festival Nazionale di teatro Le voci dell'anima - finalisti con Latte+ (prod.2004)


GUARDA i V I D E O