Muta Imago
14 ottobre 2010 ore 22 - Teatro delle Passioni (Mo)
di Daniele Paganelli
Il gruppo è giovane e va sostenuto, è nato nel 2004 a Roma, tra i vari riconoscimenti ha vinto un Premio speciale Ubu nel 2009. Prima di entrare mi informo, la rete in questo è un passo importante, mi preparo ad essere stupito. Non si è abituati agli “effetti speciali” in teatro. L’immagine di apertura è intensa, una reazione di corpi nudi riflessi in specchi appesi, luci e ombre immersi in un denso tessuto sonoro. Siamo all’interno di un sogno che diviene poi un incubo. La macchina scenica, quella tecnologica, è di certo interessante. In scena solo 2 attori-presenze. Non parlano. Sono presenze. Siamo dentro ad un sogno, lo ripeto. Ma si dice che la vita sia sogno? Le difficoltà della vita sono rappresentate nell’incubo. Madeleine è una donna in fuga. È forse un viaggio nell’inconscio di se stessa, si assaggiano rumori e frequenze basse da far vibrare le ossa. Ammetto che tutto ciò ha una certa freschezza. Però credo sia mancata un po’ di presenza “reale”, un po’ di carne... la debolezza, dal nostro punto di vista, è nella drammaturgia. Si assapora (e non uso questo verbo in modo casuale) l’estetica del gruppo, decisamente chiara, ma si sente la necessità di una drammaturgia più approfondita. Spettacolo che rimane da vedere, è un tipo di teatro più per stupire che per parlare allo spettatore. È un bel quadro in cui sfugge il reale motivo che ha spinto il gruppo a proporsi in scena. Tutto ciò è scritto con profondo rispetto per l’alta professionalità che viene mostrata da Muta Imago, poiché è da persone come loro che si costruiranno percorsi futuri per il nostro teatro italiano.
VOTO: 6 1/2 Curioso. Un teatro-cinema di effetti speciali. Non dramma, ma Potere all’estetica.
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