Teatro delle Albe
15 ottobre 2010 ore 21 - Teatro Fabbri (Vignola - MO)
spettacolo in italiano e francese sottotitolato in italiano
di Daniele Paganelli
La notizia iniziale è che esiste un nuovo teatro, il Teatro Fabbri di Vignola. Da tempo era chiuso e un privato, il saggio Fabbri, ha deciso di ristrutturarlo e donarlo alla città per crearvi una stagione di teatro, danza e musica, con l’espresso divieto d’uso per scopi politici. Scelta contro corrente, di questi tempi.
Quale migliore sede per un debutto del nuovo “Detto Molière”? All’ingresso Marco Martinelli, regista del Teatro delle Albe, è fuori, insieme al pubblico in attesa di entrare. Lo spettacolo ha il suo inizio fuori dal palco, nell’atrio. Ci sono alcuni poster che pubblicizzano un incontro tra medici tenuto nel pomeriggio, proprio in quello stesso teatro. È uno scherzo? Tra le persone infatti questi camici bianchi spiccano numerosi. All’improvviso un signore anziano chiede ad alta voce se c’è tra di noi chi ha visto il nipote di dieci anni Jean Baptiste Poquelin, detto Molière... i dottori lo cercano, lui appare... tutti andiamo nel teatro: lo vuole il bambino. Com’era il bambino Molière nel ‘600? Quando il nonno lo portava per mano nei teatri? Come sarebbe il bambino Molière oggi? Un ring di wrestling, un videogioco gigante, tutti gli attori al servizio della sua fantasia. Siamo dentro al sogno di un bambino? Nel frattempo si racconta una storia di finti dottori, servi bastonati, un amore per il quale si aspetta il lieto fine, lazzi, inganni... siamo in una commedia. Felicemente. Forse chi non conosce bene la lingua francese troverà qualche difficoltà in alcuni momenti (sarebbero stati utili sottotitoli in italiano più continui), ma può essere che la scelta si stata sostenuta per rimanere più vicini alla realtà del Molière raccontato, quello francese. Convincenti gli attori principali e l’uso dell’intero spazio fuori dal palcoscenico. Tutto è teatro. E nel teatro tutto è possibile.
VOTO: 7 Consigliato. Al confine tra storia e fantasia. Con lieto fine.
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