Open Program Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards
16 ottobre 2010 ore 23 - Teatro delle Passioni (Mo)
spettacolo in inglese, francese, spagnolo (e italiano) sottotitolato (a volte) in italiano
di Daniele Paganelli
Vostro Carissimo D
Fuori la pioggia accompagna il silenzio del pubblico seduto, in attesa del calare delle luci, l'inizio della perfomance arriva con un arpeggio di chitarra delicato.
Vostro Carissimo D
Fuori la pioggia accompagna il silenzio del pubblico seduto, in attesa del calare delle luci, l'inizio della perfomance arriva con un arpeggio di chitarra delicato.
L'America delle contraddizioni, dei sogni personali che diventano vittorie di tutti, del mondo sotterraneo, dei bambini morti nel silenzio, delle guerre nel mondo, dei poveri e dei potenti, dei neri, dei gialli, degli indiani cancellati, delle speranze future, dei cambiamenti, delle possibilità... L'America che parla di se stessa. Quando si parla di America in realtà si realizza una sineddoche, si intendono gli Stati Uniti d'America, il mito di quella terra ingloba anche le terre al confine. La ricerca effettuata dall'Open Program del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards ha realizzato, con la regia di Mario Biagini, una traduzione scenica basata sulla poesia di Allen Ginsberg. Le parole del poeta sono state adattate a canzoni create dallo stesso gruppo (va sottolineato; troppo spesso non si considera l'importanza del talento da autori di certi attori). Si assiste quindi ad una America che, tra gospel e canti rock, attraversa lo spirito di fine anni '60... è un musical con un retrogusto di teatro contemporaneo... musica interamente dal vivo, chitarre acustiche, voci armonizzate con grande capacità, una tribù che canta e racconta l'America di Ginsberg, una bandiera che diventa vestito, poi bara... l'attrice vola nel palco come aquila (simbolo americano) mista al gracchiare del corvo (a simboleggiare il buio del presente?) Forse qualche parola in più tradotta e video-proiettata poteva essere utile a restituire il senso di certi monologhi, i quali, essendo cantati, appaiono ancora più complessi da seguire... forse la scelta di non scrivere l'intero testo "detto" era motivata, rendere al meglio le parole inglesi del testo originale di Ginsberg... Ma lo spettacolo è vivo e necessario, le persone in scena hanno qualcosa da dire e da dirci. Gli attori, di paesi diversi, con radici diverse, si uniscono, continuano questa performance che è una sorta di rito (Grotowski li guarda). La festa continua, deve continuare, gli attori salutano. Il pubblico fa altrettanto. La pioggia accompagna i momenti di silenzio dell'uscita.
VOTO: 7 1/2 Da vedere, è un’esperienza freak. Quasi proiettati nel musical Hair.
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